|
La conoscenza indiretta
Ho conosciuto Padre Puglisi nel 2005, attraverso i volontari del Centro Padre Nostro, il centro di accoglienza fondato da lui a Brancaccio. Dunque non l’ho conosciuto personalmente ma ho fatto una conoscenza attraverso gli altri. Per anni mi sono chiesta come mai lo sentissi così vicino nonostante non l’avessi mai incontrato ne avessi mai parlato con lui, avevo sentito solo discorsi fatti da altri, avevo visto alcune registrazioni televisive, delle fotografie, un paio di film, varie espressioni di arte che lo raffiguravano.
Dovevo fidarmi solo di ciò che mi dicevano se volevo capire chi era quel sacerdote che sembrava interpellarmi sempre di più. Fidarmi degli altri certo ma non è come se l’avessi conosciuto di persona mi dicevo, forse non sarei mai riuscita a capire fino in fondo… e intanto leggevo , i suoi pochi scritti così semplici ma straordinari che mi aprivano orizzonti inediti e intanto giravo per Brancaccio e per i suoi luoghi cercando negli angoli degli specchi che lo riflettevano e trovandoli. E intanto leggevo anche gli scritti di altri che l’avevano conosciuto e desideravano narrare di lui e dai volti e dai sorrisi ma anche dal tono della voce e dai gesti di chi l’aveva conosciuto maturava in me la conoscenza indiretta. E così me lo immaginavo santo sacerdote della Chiesa cattolica, forte dentro e fuori, serio ed impegnato , allegro ed onesto, puro ed umile ma anche tanto intelligente e grande divulgatore del Vangelo. E il meraviglioso giorno della sua beatificazione tra ali di folla di amore ho ancora aggiunto tasselli al mio mosaico, forse per la leggerezza dello Spirito che dalla proclamazione in lingua greca del vangelo sembrava sprigionarsi forse per la quantità di gente che ricordava le radici della fede forse per la presenza dei tantissimi confratelli vestiti di rosso che lo accarezzavano con dolcezza nel concelebrare pensavo alla leggerezza e alla profondità di padre Puglisi, alle caratteristiche proprie di un uomo vero e di un padre, che padre voleva essere per altri e che al Padre portava, alla forza del sacerdote che è padre e alla bellezza della sua umiltà. Che momento di grazia , che dono di Dio la Messa che lo ha proclamato beato.
E per finire in cattedrale l’esposizione di un sarcofago di marmo a spiga di grano che protegge e conserva i suoi resti e che ci farà memoria nei secoli dei secoli insieme alle reliquie contenute in una teca d’argento che rappresenta la Chiesa, perchè la Chiesa che siamo tutti, deve contenere la grandezza di Padre Puglisi e nello stesso tempo fare straripare questa bellezza come straripa dai vetri del reliquiario, luce che passando dai prismi ci irradia ci illumina ci da forza per portare i frutti che nasceranno dal suo martirio e attraverso il nostro lavoro al Padre.
Matilde Foti
Responsabile Vita Cristiana delle Acli
Sede provinciale Acli di Palermo
Visite: 488
COMMENTA LA NOTIZIA
|
|